giovedì 31 dicembre 2015
Carissimo Gianmario, ho avuto conferma di una tua decisione, che in realtà mi avevi già anticipato personalmente: la decisione di lasciare l’incarico di Capogruppo.
Non mi sento affatto di invitarti a cambiare idea, anche se tu sei uno dei Capogruppo più storici della Sezione. Anzi, sei proprio il più storico di tutti.
Non posso chiederti di continuare, perché so bene che hai l’età che merita riposo e poi è anche giusto che qualche altro alpino provi a portare sulle spalle il peso della conduzione del Gruppo.
Non ti chiedo di continuare, perché hai già fatto tanto per il Gruppo, la Sezione e per l’intera Associazione.
Il tuo esempio è certamente una delle pagine più belle della storia dell’ANA, perché la tua vita è stata e continua ad essere un concentrato di alpinità. E mi riferisco all’alpinità vera, quella che tanto facilmente predichiamo, ma molto spesso purtroppo non pratichiamo.
Caro Gianmario, se tutti gli alpini fossero come te, la nostra Associazione sarebbe ancor meglio di quanto sia.
So che gli alpini del tuo Gruppo, chiunque prenda il tuo posto, vedranno sempre in te un faro di spirito e amore associativo. Per loro sarai sempre “il Capo”.
Gianmario ti voglio veramente bene, sopratutto per l’uomo che sei. Un uomo serio, retto, onesto, di una finezza rara e di grande spirito di servizio.
Grazie per tutto ciò che hai fatto e per ciò che farai.
Ti invio il più caloroso e fraterno abbraccio.
Chicco Gaffuri, orgoglioso di essere il presidente di persone come te.
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Questa è la pergamena donata a Gianmario dai suoi Alpini il giorno delle sue dimissioni da Capogruppo
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Saluto rivolto dall’Alpino Alessandro Della Torre al Capogruppo dimissionario Gianmario Porro in occasione del convivio seguito all’assemblea del Gruppo del giorno 17 gennaio 2016
Caro Gianmario,
dopo l’ultimo consiglio – quello del 14 dicembre scorso – quando hai manifestato con forza la tua decisione di lasciare la carica di Capogruppo, ho immaginato che stamattina, durante l’assemblea annuale, avresti letto la relazione sul tuo operato nel condurre il Gruppo a completamento del tuo “storico” ciclo al vertice degli Alpini di Moltrasio.
Ciclo, iniziato nel lontano 1969, e che oggi pensi di aver concluso con le dimissioni. Devo dirTi, però, che non è così: la conclusione del Tuo impegno è solo virtuale perché, materialmente, sei ancora “in sella” atteso che nell’assemblea odierna, per acclamazione, sei diventato CAPOGRUPPO ONORARIO.
Attenzione caro Gianmario, c’è un però: la “nuova” carica che il Gruppo ha voluto conferirTi non è soltanto onorifica perché, forte delle esperienze vissute hai la possibilità/dovere di orientare le decisioni del Capogruppo eletto oggi (la scelta è caduta su Dotti Mario, al quale vanno, da tutti noi, le più vive felicitazioni insieme agli auguri più sinceri di buon lavoro da svolgere nel solco del suo predecessore).
Quindi, titoli che ti sono dovuti, ma anche oneri perché se è vero che hai finito di esercitare le funzioni di Capogruppo è altrettanto vero che non puoi cancellare la Tua appartenenza al Consiglio considerata la Tua odierna rielezione all’interno dello stesso Consiglio.
Rielezione che non poteva mancare considerato anche quanto hai detto a chiusura della tua relazione: “….Quanto ho scritto (in particolare con riferimento alle dimissioni) non vuol dire che mi estranierò dalla vita del Gruppo. Se sarà necessario metterò, da Socio legato a corda doppia alla vita dell’Associazione, tutta la mia esperienza”!!
Quella di oggi è l’occasione giusta, che colgo molto volentieri, per porgerTi il mio sentito ringraziamento per ciò che hai fatto (e che ancora farai) e soprattutto per ciò che hai rappresentato per tutti noi; un grazie che è fortemente e convintamente condiviso da tutti “i tuoi Alpini” e dagli amici degli Alpini. Ritengo opportuno ricordare (e lo faccio con piacere) un mio intervento del passato riferito alle celebrazioni del 60° anniversario della fondazione del Gruppo.
In quell’occasione – era il 23.10.1983 – Ti era stata consegnata una targa che riproduceva la figura dell’Alpino mentre stamattina Ti è stata donata una spilla d’oro raffigurante la penna che portiamo sul cappello alpino.
Dicevo allora: “in questa targa è riprodotta la figura del cappello alpino, cappello che l’Alpino ha sempre portato dalla formazione del Corpo sino ai nostri giorni. L’incisore mi pare sia riuscito a realizzare una documentazione attenta dei cambiamenti che in diverse epoche sono stati apportati al cappello, ma a me piace pensare che, con felice intuizione, abbia voluto esprimere l’idea che, nonostante qualche trasformazione nelle apparenze, sotto le forme diverse c’è sempre un uomo che è un ALPINO: un uomo che nutre l’indomita passione di salire verso le vette e di portare sempre più in alto l’affermazione della sua presenza. Gianmario è certamente uno di quegli uomini che sono sottointesi in questa targa: un entusiasta della montagna, instancabilmente e fedelmente attaccato al cappello alpino.
Se volessi sottolineare i pregi della sua attività in seno al Gruppo, temo che offenderei la sua riservatezza, il suo gusto per la semplicità.
Ma ci sono due pensieri che non posso fare a meno di manifestare.
Il primo è che la presenza dell’amico Gianmario nel nostro Gruppo è stato il felice tramite attraverso il quale gli anziani si sono associati in amicizia con i giovani. Egli ha certamente dato il maggior contributo per ottenere questa forza di coesione, essenziale e preziosa di tutti noi.
Il secondo è di ringraziamento per il molto lavoro che in semplicità e continuità ha compiuto e sta compiendo per le varie attività del Gruppo.
Di tutto questo lo ringraziamo, mentre lo chiamiamo ancora a maggior impegno perché lo vogliamo sempre a capo del Gruppo Alpini di Moltrasio. Accetti perciò questo segno di amicizia e di riconoscenza, con l’augurio che il sentimento che lo lega a noi gli porti sempre gioia nell’anima”.
Ho ricordato l’intervento di allora perché ci sono altre due riflessioni che voglio manifestare perché le giudico valide e attuali anche oggi.
Con la prima voglio rimarcare il fatto, per me di fondamentale importanza, che giovani e anziani hanno continuato in amicizia la vita del Gruppo e sottolineare, nel contempo, la forza di coesione che dopo tanti anni rimane ancora fortissima e intangibile.
La seconda per evidenziare il lavoro volontario e personale che abbiamo fatto e che faremo rispondendo alle iniziative e alle proposte del nostro Capogruppo e del Consiglio.
Ovviamente, caro Gianmario, da allora, dal 60° di fondazione del Gruppo, sono passati più di 30 anni, non sei più il “pivello” di allora (ma anche noi non lo siamo più) e quindi qualche “scricchiolio” è da mettere nel conto e accettare serenamente.
Ho sempre detto che per certi aspetti sei stato un Alpino fortunato considerata la tua longevità positiva e produttiva.
È in questo spirito che abbiamo accettato oggi, davvero a malincuore, le Tue dimissioni.
Voglio chiudere ricordando quanto hai scritto, in una lettera inviata ai Consiglieri del Gruppo nel 2013, in occasione del tuo compleanno, ricordando le Tue disavventure di giovane militare di leva: “….ho imparato ad essere un orgoglioso Alpino, permeato di tanto amore per la Patria ed essere un altrettanto orgoglioso cittadino italiano”.
Come si fa a “mollare” un Alpino di questa fatta?
Ecco perché, come dicevo all’inizio, la Tua nomina a Capogruppo Onorario colma solo in parte il vuoto lasciato dalle Tue dimissioni che, ripeto, abbiamo accettato con molta riluttanza.
Non mi dilungo oltre. Molte altre sono le parole che avrei voluto dire per riuscire ad esprimere sino in fondo i miei sentimenti di gratitudine e affetto e per completare meglio il saluto che Ti rivolgo anche a nome di tutti i tuoi Alpini del Gruppo ma, caro Gianmario, Ti conosco, Ti conosciamo tutti molto bene e so, e sappiamo, che non avresti gradito altre parole di elogio e di stima tutte peraltro ampiamente meritate.
Caro Gianmario, un saluto fraterno da tutti noi e “ad maiora”.
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La targa del Presidente Nazionale